900 gr. carne trita di agnello (in mancanza vitellone)
2 cipolle tritate
600 gr. di pomodori maturi (1 bottiglia di passata rustica)
1 bicchiere di vino bianco secco
sale – pepe – aglio - alloro
1 pezzo di stecca di cannella
bahari (se si trova)
2 chiodi di garofano (facoltativo) - 1 presa di noce moscata (facoltativo) - 1 presa di cumino (facoltativo)
bechamelle con 1 tuorlo d’uovo
150 gr. di formaggio grattugiato (padano e pecorino)
poco pangrattato
olio extravergine
Il moussakà proviene dal persiano “magoumà”, un piatto fatto da strati di melanzane, cipolle e fettine sottili di carne d’agnello. La parola moussakà in arabo significa “piatto freddo”. In Libano chiamano moussakà un piatto con strati di melanzane, salsa di pomodoro e uvetta. La bechamelle come strato superiore è stata un’aggiunta fatta da un cuoco del sultano che si era appassionato alla cucina francese. In Medio Oriente la ricetta originale del moussakà non contiene né zucchine, né patate. La carne inoltre deve essere di agnello. E’ ammessa nel moussakà l’aggiunta di uvetta di Corinto, piccola, ma nera. Ad Aleppo, in Siria, chiamano moussakà anche un piatto cucinato con zucchine e patate. Purtroppo negli ultimi anni è prevalsa l’abitudine dei ristoratori, dettata da ragioni di economia, di cucinare il moussakà mettendo un primo strato di patate e finendo con un orribile ultimo strato di scadentissima bechamelle alta anche un paio di centimetri. Il risultato, ovviamente, non ha nulla a che fare con il vero moussakà, ma è purtroppo il piatto che assaggiano tutti i turisti. Per non parlare dell’eresia di cucinarlo con carne di maiale, assolutamente inadatta. Inoltre il moussakà, come tutti i piatti medio-orientali, deve essere leggermente umido, e non una massa compatta.
Lavare e pulire il cetriolo. Grattugiarlo con una grattugia a fori grossi (assolutamente no con il mixer) salarlo e metterlo in un colino a perdere la sua acqua per almeno un’ora. Mettere lo yogurt, che deve essere intero e di latte ovino, in una ciotola eliminando eventuali residui liquidi. Strizzare bene con un panno il cetriolo ed aggiungerlo al yogurt, aggiungere anche 1 o 2 spicchi d’aglio ridotti in poltiglia e continuando a mescolare aggiungere l’olio facendolo assorbire bene, Regolare di sale e mettere in frigorifero.
Nella sua semplicità questa è la ricetta originale che si tramanda da generazioni. Va gustato freddo e deve la sua bontà alla genuinità degli ingredienti. Cetriolo fresco e possibilmente con pochissimi semi, yogurt ovino intero e olio extravergine di ottima qualità.
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TYROSALATA
Ingredienti:
- 200 gr di feta
- 100 di yogurt greco
- ½ peperone verde piccolo, arrostito e spellato a dadini
- olio evo possibilmente greco o comunque saporito
- pepe
Amalgamare feta schiacciata e yogurt, quindi montare come una maionese con l'olio a filo (circa ¼ di bicchiere), deve risultare una crema non troppo fluida. Unire peperone e pepe.
È una salsa greca a base di feta, si mangia spalmata sul pane con un bicchiere di ouzo (liquore greco all'anice) e ghiaccio
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tirokafterì DI SOFIA
Ingredienti:
250 gr. di feta
1 o 2 peperoncini verdi piccanti
4/5 cucchiai d'olio extravergine
Sale
La tirokafterì fa parte dei mezè (antipasti) greci.
Si accompagna molto bene con l’ouzo, la retsina, la birra e il vino. Deve essere molto piccante, infatti più è piccante e più invita a bere. Mangiatela con la pitta, oppure con un buon pane.
Una volta la tirokafterì si faceva nel mortaio, adesso si può tranquillamente fare con il mixer.
Mettete nel mixer la feta spezzettata, i peperoncini verdi piccanti puliti e spezzettati (se fossero troppo grossi grigliateli prima per togliere facilmente la pellicina), il sale e l’olio. Per l’olio regolatevi mettendone inizialmente poco, poi continuate. Il risultato deve essere un composto sostenuto, non una crema liquida, e molto, molto piccante. Il risultato è squisito. Se non avete i peperoncini verdi piccanti freschi, potete fare la tirokafterì anche con il peperoncino rosso tritato.